Ieri pomeriggio, presso la sala multimediale della sede di Alia Servizi Ambientali SpA, in via Baccio da Montelupo a Firenze, si è svolto il seminario dedicato all’Open Innovation di Aires, il primo Centro di ricerca e sviluppo industriale italiano per l’Economia Circolare. Aires, promosso da Sei Toscana ed Acea Ambiente, recentemente costituito attraverso un contratto di rete con 15 fra le maggiori società e consorzi italiani che si occupano di servizi e ricerca nel settore della sostenibilità ambientale. Per sua stessa natura, Aires ha lo scopo di favorire una nuova cultura di condivisione dell’innovazione fra i soggetti fondatori creando un ecosistema capace di sviluppare esperienze, idee, ricerche comuni e, nello stesso tempo, guardare all’esterno creando collaborazioni e contaminazioni fra università, istituti di ricerca, start-up, finanza, enti pubblici. Fanno parte di Aires: Sei Toscana, Acea Ambiente, Estra, Rea Impianti Unipersonale, Alia Servizi Ambientali Spa, Reti Ambiente, Asev, Consorzio Polo Tecnologico Magona, Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (Instm), Tiemme, Sienambiente, Cispel Confservizi Toscana, Centro Servizi Ambiente – Impianti (Csai), Ecologia Soluzione Ambiente (Esa) ed Ekovision. La sede del nuovo Centro Ricerche Aires è a Siena, presso Sei Toscana, il gestore unico del servizio integrato dei rifiuti urbani nelle province dell’ATO Toscana Sud (Arezzo, Grosseto e Siena). Presidente del Comitato di Rete di Aires è l’ingegnere di Acea Ambiente Massimo Aiello. Il seminario dedicato all’Open Innovation vedrà la presenza di tutti i fondatori di Aires e servirà proprio per iniziare a costruire il network che dovrà portare avanti le linee di ricerca già fissate e cofinanziate dal Mise. Si tratta del progetto di ricerca, denominato “Beyond the landfill 4.0”, promosso da Sei Toscana, Acea Ambiente e Rea Impianti per un investimento complessivo di quasi 16 milioni di euro, approvato dal Ministero per lo sviluppo economico e della Regione Toscana. Sono quattro le aree di intervento. La prima prevede di realizzare un prototipo di un “impianto di fitorimedio” ossia un sistema di recupero e riutilizzo del percolato prodotto da una discarica con l’uso di piante per bonificare i terreni dagli inquinanti. Il progetto in questione è portato avanti dal punto di vista scientifico dalla società Pnat dell’Università di Firenze diretta dal Prof. Stefano Mancuso, con la quale Sei Toscana ed il Contratto di Rete hanno un accordo di collaborazione. La seconda riguarda la inertizzazione di materiali in cemento – amianto per ottenere materiali utili per la produzione di ceramica e materiali refrattari. Il terzo progetto di ricerca mira ad ottenere materie prime critiche e nuovi prodotti dai fanghi di depurazione, recuperando, grazie ad un processo di integrazione di tecnologie industriali avanzate e di processi innovativi, sia la componente organica, sia i materiali di valore (metalli, nutrienti). L’ultimo progetto si pone l’obiettivo di creare una piattaforma tecnologica per l’Economia Circolare con competenze avanzate che vanno dalla robotica, alla chimica, al “life cycle management” finalizzati al recupero della materia prima seconda da rifiuti e scarti valorizzandoli attraverso nuovi modelli di business basati sulla circolarità