No. Alcuni associano erroneamente la presenza di cattivi odori (relativa a quella piccola porzione di emissioni di biogas che non si riesce a captare e che si può manifestare in alcune situazione di temperatura e pressione atmosferica), alla pericolosità per la salute, e che nel medio-lungo periodo questi disagi olfattivi possono provocare persino patologie tumorali, adducendo che nel Valdarno c’è un tasso di mortalità per alcune malattie oncologiche superiore alla media regionale/nazionale. Tuttavia, sia l’ARPAT sia l’ASL hanno pubblicamente affermato (atti e interviste sono tutt’oggi consultabili pubblicamente) che il cattivo odore della discarica non solo non può produrre alcuna patologia tumorale, ma nessun altro tipo di malattia, perché le concentrazioni di questi odori nell’aria, anche quando evidenti e rilevabili, sono talmente basse da far escludere qualsiasi ricaduta sanitaria. Non si deve confondere un disagio olfattivo legato alla produzione di biogas di discarica con i pericoli per la salute. Nel Valdarno le principali preoccupazioni per la qualità dell’aria dovrebbero essere indirizzate semmai agli impianti di riscaldamento degli edifici e soprattutto alla presenza dell’A1, che le passa proprio nel mezzo, liberando tonnellate di gas di scarico, questi sì, ufficialmente, cancerogeni.